I sette appelli di Uneba alla politica in difesa dei più fragili

"Lavorare insieme per il bene comune, cioè per il bene delle persone fragili. Con etica della cura, investimento sulle professioni, attenzione alla sostenibilità del sistema sociosanitario": in occasione del convegno nazionale di Uneba - l'ente del terzo settore che associa enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, imprese sociali ed altre realtà operanti nel campo sociale, socio-sanitario ed educativo degli interventi e dei servizi alla persona - è stato predisposto un appello da inviare a Parlamento, Governo e Regioni e che pone all’attenzione di tutti gli attori del sistema sociosanitario.

L’associazione nazionale, che rappresenta 1000 enti quasi tutti non profit, ha lanciato l’appello a conclusione della riflessione etica al centro del convegno nazionale “Valori e valore nella cura della persona anziana” di San Giovanni Lupatoto.



“Assistiamo a una drammatica e diffusa inconsapevolezza in termini di etica della cura - è la posizione di Uneba -  che vede i diversi attori del sistema sociosanitario impegnati nella difesa di posizioni individuali che, seppur talvolta legittime, perdono di vista la vocazione – etica, prima ancora che gestionale – del sistema: prendersi cura delle persone fragili”.

Nel documento Uneba, curato da Giovanni Di Bari, Elisabetta Elio, Virginio Marchesi, Giorgio Mion, Patrizia Scalabrin e Fabio Toso, l’associazione presieduta da Franco Massi individua alcuni ambiti prioritari di azione, che si traducono in richieste alla politica riassunte in sette punti:

1.    riconoscere l’insostituibile ruolo sociale degli enti che erogano servizi sociosanitari, in particolare quelli non profit, sostenendo l’innovazione.

2.    garantire equità e chiarezza nei servizi sociosanitari: smorzare le differenze nelle legislazioni tra le Regioni, che hanno la primaria competenza nel settore. Attualmente invece, come evidenziato da una ricerca Uneba pubblicata al convegno e disponibile su richiesta, le differenze sono enormi, sia per servizi che per risorse.

3.    aprire uno spazio di confronto paritetico permanente fra gli attori pubblici e privati del sistema sociosanitario per individuare i possibili efficientamenti.

4.    assumersi la responsabilità sul finanziamento dei servizi destinati a persone affette da demenze gravi: come Uneba ricorda da tempo, normativa e sentenze non fanno chiarezza sulla titolarità delle rette per i malati di Alzheimer in Rsa: paga la famiglia o paga il Sistema Sanitario?

5.    Accrescere l’impegno per laformazione alle professioni di cura, incentivando e orientando i giovani a questi percorsi di studio. E facilitare percorsi disciplinati per l’arrivo di personale sociosanitario straniero già qualificato. Come farà ad esempio, nel rispetto delle disposizioni del Decreto Cutro, il progetto “Zefiro” presentato da Uneba Veneto al convegno, per portare in Italia Oss formati in istituzioni cattoliche estere.

6.    Fermare il dumping, cioè progressivamente eliminare le differenze contrattuali tra diversi comparti del settore sociosanitario e garantire equilibrio tra le retribuzioni per pari funzioni. Uneba da tempo opera per il contratto unico del settore sociosanitario, e al convegno il presidente Massi ha annunciato la determinazione Uneba a siglare entro fine gennaio 2025 il rinnovo del contratto Uneba.

7.    favorire tutte le forme virtuose di collaborazione e di rete

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